
Titolo: Il cucciolo che salvò il mio cuore. Rescue me
Autor*: Sarra Manning
Case Editrice: Newton Compton Editori
Genere & Co. : Slow burn romance, Grumpy x Sunshine, Opposites attract, Forced proximity, Found family
Pagine: 352
Costo Ebook: 6.99 €
Costo Cartaceo: 9.90 €
Data d’Uscita: 12 settembre 2025
TRAMA
Lei non ha tempo per l’amore.
Lui ha paura di amare.
E se Cupido avesse quattro zampe e un musetto dolce?
Le strade di Margot e Will si incrociano in un giorno di sole, al canile. Entrambi vorrebbero adottare Blossom, una dolce Staffordshire Bull Terrier con un passato doloroso, e proprio non riescono a mettersi d’accordo su chi dei due debba portarla a casa. Così, dopo lunghe discussioni, decidono di condividerne l’adozione. Le cose non iniziano nel migliore dei modi: Will pensa che Margot sia troppo invadente e premurosa; Margot pensa che Will sia troppo scostante e permaloso. Più bisticciano, però, più Blossom diventa ingestibile, così i due si rendono presto conto di dover imparare a conoscersi e a rispettarsi per dare alla cagnolina la pace e la tranquillità che merita. Dopo non poche difficoltà, i due scoprono di avere in comune più di quanto si aspettavano e tra loro nasce un sentimento che assomiglia molto all’amore. E se Blossom non avesse trovato solo una nuova casa, ma anche il modo di farli innamorare?
RECENSIONE
Salve girasoli 🌻
Oggi vi voglio parlare di un romance autoconclusivo che mi ha fatto impazzire, nel senso che passavo da “lo boccio” a “gli do 5 stelle”. Ovviamente vi spiego tutto.
Partiamo da quella che considero la parte più importante e che ho davvero adorato. L’autrice stessa definisce il romanzo una lettera d’amore “per tutti quei cani abbandonati, trascurati o maltrattati che, nonostante tutto, conservano la capacità di perdonare e di amare di nuovo”. Una forte spinta ad adottare e non comprare, pur con la consapevolezza che i primi periodi potrebbero non essere semplici. Si vede che la Manning conosce l’argomento e che le è fortemente a cuore. La parte relativa a Blossom è di un realismo, una dolcezza e una delicatezza fuori dal comune. Chi è? La vera protagonista, una Staffordshire bull terrier di 3 anni che i due protagonisti si trovano a condividere. Non manca il riferimento alla brutalità dei canili, che fa stringere il cuore. Ad onor del vero, comunque, avrei voluto un maggior approfondimento riguardo a una razza tanto temuta ma che, in realtà, è molto tenera. Il tema del razzismo nelle razze canine è solo accennato. Male di poco comunque: mi rendo conto che una selezione di argomenti vada fatta e c’è una chiara intenzione di concentrarsi più sul superamento del trauma della bestiola con TUTTI gli strumenti possibili.
Ma ma ma… partiamo con le “note dolenti”. Per buona parte della prima metà del volume ho detestato fortemente la protagonista e anche un po’ il protagonista. Nel prosieguo scopriremo i vari traumi di questi due “bau-genitori” (mi ha un attimo disturbato il termine, anche se tenerello). Di fatto, nella seconda metà il tenore cambia bruscamente: da leggero e concentrato sulla cagnolina diventa drammatico, concentrandosi sul passato dei due umani. A supporto vi è la famiglia di lui, che è una vera chicca a parer mio. Mary e altri personaggi si dimostrano estremamente resilienti e volitivi.
Margot e Will si ritrovano a condividere l’affidamento di Blossom. E già qui ho storto il naso. È chiaro fin dall’inizio che una situazione del genere avrebbe portato ulteriore stress a una piccola già traumatizzata. È palesemente l’espediente per far partire il romance. Entrambi hanno un trauma passato ed entrambi hanno fatto psicoterapia. A parer mio non è stata sufficiente e/o adeguata per nessuno dei due. Comunque, si ha uno sguardo positivo sulla terapia e questo mi è piaciuto.
«Se sto male vado dal dottore. Se mi slogo una spalla, vado dall’osteopata e, quando a soffrire è la mia anima, allora vado da Olivia, la mia terapista, così posso ristabilire il mio equilibrio».
Margot è letteralmente fissata con il suo orologio biologico che ticchetta (ha 36 anni) e vuole un figlio a tutti i costi. È verosimile che una donna a quell’età possa nutrire questo desiderio ed è assolutamente vero che ad una certa età si inizi ad essere più chiari con le frequentazioni. A 20 anni si hanno mille possibilità, inclusa quella di vivere avventure senza porsi domande sul futuro e su quello che si vuole. Anche il più grande romantico diventa un po’ pragmatico. O semplicemente si matura, si cresce, si diventa consapevoli. Ad un certo punto si sa cosa si vuole nel presente e cosa si desidera per il futuro.
«Ho trentasei anni e, per quanto sia stato piacevole, non posso perdere tempo a baciare la gente solo per il semplice gusto di farlo».
Quindi fin qui tutto bene. Il desiderio spasmodico di maternità non mi ha convinto. Ci viene data una spiegazione ma, per me, non regge. Oltretutto, non viene minimamente menzionata la possibilità di adozione. Nel totale sembra quasi un “gli animali sì ma gli umani no”, da personaggi che umanizzano fin troppo Blossom, oltretutto. L’addestratore di cani lo fa anche presente, ma non con grandi risultati.
A tratti Margot sembra superficiale e fin troppo concentrata su di sé, egocentricamente, più che sulle vere necessità dell’animale di cui si sta prendendo la responsabilità. Anche le amiche non l’aiutano di certo in questo, fra baby shower canino e affermazioni discutibili.
«In tutta onestà, Margot, è meno faticoso prendersi cura di un cane traumatizzato che di un bambino. Scommetto che Blossom ti fa dormire la notte».
In sintesi, se Will, il più scettico, si dimostra (almeno lui) assennato e fa ricerche, lei va un po’ troppo allo sbaraglio, con Blossom e nella vita. Seppur vero è che lei si dimostra più sensibile ed empatica, mentre lui più burbero e reticente.
«Non è mai sbagliato essere gentili, giusto? Mettersi nei panni dell’altro e pensare a cosa vorresti sentirti dire se fossi al loro posto».
Continuando con i paragoni e le similitudini fra i due, sul profilo psicologico lei utilizza le affermazioni positive, che appaiono quasi ridicole (ma che per alcune persone invece funzionano), mentre lui si deve confrontare con gli attacchi di panico. Proprio a proposito di quest’ultimo tema, risulta importante come merita e viene trattato con delicatezza in alcuni frangenti, con approssimazione in altri. Solitudine, insicurezza e trauma del lutto, invece, appartengono ad entrambi, seppur con motivazioni ed effetti diversi. Il vittimismo appartiene ad entrambi, anche se maggiormente a lei, ma il finale è dolce e da favola, una risoluzione che dà aria e respiro alla trama.
«Non voglio che il mio passato continui a definire chi sono adesso».
Personalmente, ho trovato davvero commovente la storia di lui e temo si sia persa nei meandri dei tanti elementi presenti, ed è un vero peccato. Non posso dirvi nulla perché sarebbe un grande spoiler, ma la voglia di abbracciare lui e la sua famiglia è stata forte.
«L’amore può rivelarsi davvero devastante. Ma l’amore può anche essere la cosa più bella del mondo».
In conclusione, troviamo l’amore che salva e cura, umani e animali, che dà forza e coraggio.
«Ho sempre avuto paura dell’amore, ma un futuro senza di te mi spaventa ancora di più».
Per me è stata una montagna russa di sensazioni ed emozioni, ma non in senso positivo. La trovo un’occasione mancata. Ho amato e detestato questo volume quasi in ugual misura ergo… non mi sento di dare più del voto che vedete.


