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Recensione – Hate Love Repeat di Lea Landucci

Titolo:  Hate Love Repeat

Autor*: Lea Landucci

Case Editrice: Always Publishing

Genere & Co. : Rom Com, VIP romance, Hate to love, Forced proximity, Slow burn

Pagine: 376

Costo Ebook: 3.99  €

Costo Cartaceo: 15.90 €

Data d’Uscita: 3 ottobre 2025

LINK AMAZON: https://amzn.to/3VVeWBX

TRAMA

Ogni battuta è un proiettile. Ogni bacio, una dichiarazione di guerra. Theo Grant sta cavalcando l’onda del successo, ha fascino da vendere ed è considerato il futuro principe di Hollywood. Il suo obiettivo è lasciare le piattaforme di streaming che lo hanno reso celebre per approdare sul grande schermo ma, per arrivarci, il suo agente gli impone un ultimo sacrificio: interpretare il protagonista di Born to Hate you, una commedia romantica per NewFlix tratta da un bestseller internazionale, che lo consacrerà al successo. Sadie Walker è passata da astro nascente del laboratorio di recitazione più famoso di New York ad anonima cameriera di una tavola calda, in soli tre anni. Per far quadrare i conti nella costosissima Grande Mela, la sua agente ricorre a un tentativo disperato: un provino per Born to hate you. Ha omesso però un particolare di troppo… Sadie sarà costretta a dividere il set con il suo acerrimo nemico ed ex compagno di laboratorio, il Principe delle Menzogne Theo Grant. Ma anche per lui non sarà facile: Sadie non è altro che una principessa tossica, il cui tradimento pesa ancora come un macigno sul suo cuore indurito. Per entrambi condividere l’occasione più importante della carriera sembra uno scherzo del destino, ma sul set le sorprese non finiscono… Quando le telecamere si accendono la chimica tra Theo e Sadie è esplosiva: odio e attrazione si mescolano in battute dense di perfetto sarcasmo. E quando le telecamere si spengono, la città che non dorme mai fa da sfondo al loro perfetto risentimento. Ogni giorno Theo e Sadie si odiano, si amano (come da copione) e quello successivo… ricominciano da capo. Tra fraintendimenti e litigate esilaranti, il nuovo film rischia di trasformarsi in un campo di battaglia, sempre che i due non decidano di abbassare le armi e lasciar parlare il cuore.

RECENSIONE

Salve girasoli 🌻

oggi vi voglio parlare del decimo libro (standalone) di Lea Landucci, perfetto per il periodo autunnale e per l’inizio delle nuove stagioni delle nostre serie TV del cuore. Ringrazio la CE per la copia e-ARC.

Avevo conosciuto questa penna con Love Island e Secret SANTA e me ne ero completamente innamorata. Ecco che, quando è arrivata la notizia del nuovo libro dell’autrice, avevo già avvisato il team di Romancebook: volevo fosse mio.

Non contenta, sulla totale fiducia, ho acquistato la copia cartacea al Fri che c’è stato di recente. E ho fatto bene.

Posso tranquillamente dire che la scrittura di Lea Landucci è un instant love per me (trope che, solitamente, non amo particolarmente nei romance e nella vita).

A proposito di cose che non apprezzo: non sono una gran fan degli hate to love (laddove non siano fatti davvero bene e motivati) e detesto la miscommunication. Ma si sa che la vita è fatta anche di eccezioni e, quando le cose sono fatte bene, non c’è resistenza che tenga.

Infatti, nel libro troveremo un meraviglioso hate to love pieno di sarcasmo, vetriolo, ritmo e totale chimica, il tutto basato proprio sulla miscommunication (ma non solo).

«Queste sì che sono battute al vetriolo! Ficcanti, audaci, politicamente scorrette, praticamente perfette.»

Una peculiarità che ho riscontrato (e che mi è piaciuta davvero tanto) è la trasversalità su più aspetti che questo romanzo ha.

Può essere letto come un romance “tranquillo” nei momenti in cui abbiamo bisogno di leggerezza o perché, semplicemente, ci piace il tipo di lettura ma… a una lettura (e/o rilettura) troviamo tantissimi elementi su cui riflettere, insieme a perle contemporanee e letterarie irresistibili. Dalle citazioni classiche e pop alternate a ogni inizio capitolo, ai riferimenti teatrali e cinematografici (espliciti e impliciti), alla profonda cura degli aspetti psicologici che vanno a concatenarsi a quelli fittizi, e molto altro.

Durante tutta la trama ci muoviamo fra finzione e realtà continuamente, fra detti e sottintesi, fra riflessioni e impulsività.

I personaggi sono tremendamente veri, realistici e imperfetti come ognuno di noi potrebbe essere. Non manca l’accettazione e il dover affrontare la paura, i propri errori e le proprie fragilità, con la riscoperta delle proprie forze e dei sogni.

Il confine fra copione del film e trama è labilissimo e ci accompagnerà per tutto il libro, al punto da risultare un metaromanzo (e forse proprio lo è). Oltretutto, ne sono consapevoli anche i personaggi.

Appare invece nettissimo il contrasto con la componente antagonista, che incarna il soggetto odiabile e manipolante.

Quanto ai personaggi secondari, non sono mero supporto ma risultano estremamente impattanti sui protagonisti. Sembrano le classiche comparse di cui (quasi) non ti accorgi se ci sono, ma di cui senti il vuoto immenso se mancano.

Ho amato la conoscenza della psicologia: i riferimenti ai bambini interiori, a come realmente è una psicoterapeuta, a tecniche di rilassamento e stabilizzazione (usate in psicologia ma anche in teatro).

«La tua sensazione di dover fingere ventiquattr’ore su ventiquattro è indicativa: significa che lo fai anche quando sei solo con lei, ovvero quando ti comporti come se ti fosse indifferente. O quando sei da solo, e quindi fingi con te stesso.»

Non si può non percepire l’amore dell’autrice per il teatro e la scena e il rispetto per ogni tipo di persona, incluse le meretrici.

«Razze, orientamenti sessuali e di genere, status sociali e culture diverse si annientano in scena. […] Indossando una maschera invisibile di un personaggio puoi diventare chiunque.»

Lea si dimostra estremamente consapevole delle tecniche narrative e le usa per coccolare e stupire. Addirittura viene chiaramente detto che Sedie e Theo incarnano l’idea del contrasto iniziale fra protagonisti (della storia e del film). Fin dall’inizio comprenderemo di chi è la colpa e arriveremo anche al punto in cui diremo “ecco, lo sapevo, lo avevo capito”, e lo capiscono anche i nostri protagonisti dopo non troppo. In questo modo riempie l’ego del lettore.

«…lasciando che pensino di essere stati talmente intelligenti e brillanti da scoprire tutto quanto.»

La crescita che fanno entrambi è tangibile e profonda. Scrutano dentro il loro rapporto ma anche dentro sé stessi, consapevoli che l’individuo è fondamentale per essere un duo sano.

«Prova a viverla in maniera diversa, da persona adulta quale sei.»
«Fino a quando il mio bambino interiore non guarisce, non potrò farlo, giusto?»

Ma un’autrice conscia di queste cose potrebbe mai lasciarci senza sconvolgimenti e plot twist? Assolutamente no, ma non posso (e non meritate) spoiler.

Sappiate che io non sono una persona che si commuove (in generale), men che meno nei libri (per quanto io riesca a empatizzare fin troppo, a volte), ma qui le lacrime non sono mancate.

«Credi davvero che qualcuno possa amarti?»

Qui l’autrice tocca le insicurezze umane con una delicatezza e con una potenza avvolgente che si muove (sì, anche qui) in un confine fra distruzione e salvezza.

È come se aprisse dei cassetti del cuore, ne tirasse fuori i pezzi che contengono, li mischiasse insieme e poi gli desse un ordine, una coerenza, portando pace nel caos della vita.

«È perché sono cresciuta pensando che le cose belle non fossero fatte per me. E anche adesso, quando accadono, conto i secondi prima della fine. Per me è sempre stato più facile dare fuoco a tutto quanto piuttosto che rischiare di vederlo crollare da solo.»

E poi, devo ammetterlo, ho avuto un tuffo al cuore quando ho trovato citati non solo Romeo e Giulietta e Orgoglio e pregiudizio, ma anche uno dei miei romance classici preferiti in assoluto, che è Una ragazza fuori moda (ho urlato, fangirlando indecentemente).

Verso la fine si ha un abbattimento della quarta parete e, anche qui, non si percepisce praticamente la differenza fra storia narrata dall’autrice e storia del film.

Comunque, dopo avermi completamente devastata, è riuscita a lasciarmi una grande tranquillità e tanto amore nel cuore, con una sensazione di resilienza e speranza.

«Se c’è una cosa che ho imparato nella vita, è che le cose rotte possono diventare più belle quando le ricostruisci. Più forti. Perché osservi ogni frammento, ogni crepa, e scegli di aggiustarli. Perché ne vale la pena.»

In fondo, ha scritto una storia d’amore e, dopo tanta sofferenza, i protagonisti si sono guadagnati un lieto fine o, per meglio dire, il loro meritato inizio… e anche noi. (Ok… non mi sto commuovendo di nuovo… no, no… mannaggia a te, Lea…).

«Ti amo. Non perché sei perfetto. Ma perché, anche quando sei imperfetto, sembri fatto apposta per me.»

Piccola (e bellissima) chicca: il capitolo di Quentin.

Fatevi un favore: leggete questo libro e recuperate (se non la conoscete) quest’autrice estremamente poliedrica ed eccezionalmente peculiare. Ormai è diventata, palesemente, una delle mie preferite e, inoltre, i suoi social aggiungono anche un certo quid.

Buona lettura!

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