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Recensione – La città divisa di Sabrina Cardarelli

Titolo: La città divisa

Autrice: Sabrina Cardarelli

Serie/Collana: 1# Dilogia de La città divisa

Casa Editrice: Self

Genere & Co: Fantasy romance, Slow burn, Hate to love, he falls First, Found family, Social divisions, Emotional scars.

Pagine: 352

Costo Ebook: 4.90€

Costo Cartaceo:  15.90€ (flessibile)  19.90€ (rigida)

Data di uscita: 18 ottobre 2025

Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0FV666W19

TRAMA

Un fantasy new adult che mescola magia, intrighi e una storia d’amore pericolosa. Perfetto per chi ama il found family, i giochi di potere e i mondi in bilico tra guerra e rivoluzione.
Leara Cailin vuole stare a tutti i costi lontana dalla Città Alta. Come Valente con il potere di controllare l’aria, il suo posto sarebbe tra i suoi simili, ma lei è cresciuta nella Città Bassa, lontana dai privilegi di chi possiede un dono. Quando i ribelli le chiedono di infiltrarsi tra i Valenti, si ritrova costretta ad avvicinarsi al mondo che ha sempre rifiutato.
Ma la missione si trasforma in qualcosa di molto più pericoloso. Per sopravvivere, Leara entra nella Legione di Controllo e stringe legami con chi dovrebbe essere il suo nemico, compreso Atlas Esterion, il Valente capace di infliggere dolore. Lui la sfida, la mette alla prova… e la attrae in un modo che potrebbe distruggerla.
Quando le verità nascoste emergono e la guerra tra Valenti e Ordinari è pronta a esplodere, Leara dovrà scegliere: restare legata alle bugie del passato o lottare per ciò che ha imparato ad amare?

RECENSIONE

Salve girasoli 🌻

Oggi vi parlo del primo volume di una dilogia fantasy romance perfetta per gli amanti delle vibes alla Hunger Games, Divergent e Sei di corvi, con una dose intensa di found family.

L’autrice riesce a dosare e bilanciare ogni elemento, ogni step, ogni dettaglio, e questa è una cosa più unica che rara, unita oltretutto a una penna estremamente vivida, evocativa, impattante ed estremamente sensibile.

Non è solo un fantasy con una sorta di realismo magico: è un romanzo che parla di amore, amicizia, rispetto, pregiudizio, solitudine, paura e del suo superamento o della sua accettazione; dell’importanza di amarsi e capirsi, di sbagliare ed essere imperfetti ma comunque degni di meritare una “casa” (una rete sociale di persone pronte a tutto) e molto di più. Ma principalmente quest’opera parla di Resilienza con la R maiuscola.

Per quanto il dolore ci annienti, possiamo sempre scegliere dove andare da lì in poi. Come ricostruirci.

E fin dalla dedica il libro ci fa sentire abbracciati. È stato amore a prima “dedica”, con tanto di tuffo al cuore.

A volte, casa è chi ti abbraccia quando ti sgretoli in mille pezzi.

Iniziando la storia ci troviamo davanti a un worldbuilding ben congeniato, non eccessivo ma strutturato.

Due grandi divisioni: fra chi ha dei talenti magici (chiamiamoli così per semplicità) e chi non li ha. L’idea che spiega questa differenza nella popolazione è davvero interessante, così come lo sono la tipologia e l’uso dei poteri/talenti di ogni soggetto.

A tal proposito, la nostra protagonista non è del tutto consapevole del suo potenziale e di come poterlo utilizzare.

Leara (è questo il nome della nostra FMC) si ritrova a nascere nella parte della città degli Ordinari pur essendo una Valente, per usare termini pertinenti. Questo ha comportato il dover vivere traumi e dolori inimmaginabili, a doversi nascondere (perfino a sé stessa) e a diventare forte e prepotente perché non ha avuto alternative.

Nella sua missione nella città alta scoprirà la sua vera sé stessa, comprenderà che la cattiveria appartiene a tutti e che la bontà, invece, può nascondersi sotto le spoglie più inaspettate.

Sicuramente è il personaggio che spicca maggiormente su tutti, ed è bello che sia così, ma non lo fa apparendo egocentrico, anzi.

Ha dovuto davvero affrontare tanto, forse troppo, ma è lucida e consapevole almeno di una parte di sé e dei suoi pensieri. Non è sprovveduta, semplicemente le mancano dei tasselli. Il fatto che non sia la classica protagonista che non accetta gli eventi o che non si rende conto dei propri sentimenti me l’ha resa realistica e me l’ha fatta davvero apprezzare. La crescita di Leara mi ha davvero colpito.

In generale, grazie anche alla presenza del multi-POV, impareremo a conoscere i vari personaggi, che non sono semplicemente secondari, ma veri e propri compagni di “avventura” che diventeranno molto di più. Voci che si sentono nitidamente, che arricchiscono il lettore e il racconto.

Si tratta di personaggi grigi, con tutte le sfumature che ci si potrebbe aspettare se fossero reali (protagonisti inclusi).

Avrei dovuto concederle una seconda possibilità. Per le persone per cui valeva la pena, per quelli che erano in grado di smussare ogni spigolo e fragilità. Per loro ne sarebbe valso il rischio.

Ho amato la tenacia di Reya, la dolcezza di Annael, il cuore indurito di Galvan e la sua introspezione piena di riflessioni (lui è assolutamente il mio preferito, insieme a Leara), tanto quanto ho amato Atlas (il MMC) con la sua anima, i suoi tormenti e i suoi segreti.

A proposito di Atlas (e Leara), parliamo della parte romance. Questa è principalmente costituita da una connessione e da una tensione che mi ha fatto andare “in brodo di giuggiole”.

Loro hanno parti antitetiche, ma sono uniti da destini e ruoli affibbiati che non si meritavano.

Non dare mai la colpa per quello che hai perso a ciò che sei.

La motivazione per cui Leara lo odia è veramente forte, intensa e comprensibile, come lo sarà la risoluzione. Uno slow burn che non vive solo di connessione romantica fra i due, ma che si costruisce su dialogo e amicizia, sulla voglia di riconoscere sé stessi nell’altro.

Permettere a qualcuno di amarti non significa essere perfetti, ma lasciare che gli altri abbraccino le tue imperfezioni.

Non mancheranno altri riferimenti romantici che non riguardano solo i due protagonisti principali, ma che ho davvero amato.

Quando doni il tuo cuore a qualcuno, gli dai anche il potere di distruggerti, ma non per questo devi continuare a tenere gli altri distanti. Ci sarà qualcuno che lo custodirà, il tuo cuore.

Tornando al multi-POV, potreste pensare che possa rendere caotico il ritmo, ma non succede: anzi, risulta un valore aggiunto alla trama.

Gli espedienti narrativi, che si muovono fra elementi classici e originali, aumentano lo spessore letterario dell’opera.

Sappiate, oltretutto, che non mancheranno intrighi, avventure e segreti da scoprire. Anche gli antagonisti non deluderanno. Con loro, invece, ho avuto una sensazione netta di odio e fastidio.

In questo libro il tema sociale — delle divisioni, del pregiudizio, della discriminazione, del bene e del male che a volte non sono così netti, delle capacità — è molto forte, al punto da far sentire quasi in colpa chi possiede caratteristiche che potrebbero essere utili a tutti.

La paura del diverso? La paura di sentirsi inferiori e quindi usare la violenza (psicologica e fisica) per sminuire chi appare superiore? E molto altro.

E il tema della guerra non è più che mai attuale?

Stai rispondendo alla violenza con altra violenza e non ti stai curando di chi combatte questa guerra.

Il finale chiude un arco narrativo. Ho assolutamente bisogno del secondo libro, ma non finisce con un cliffhanger, cosa che ho particolarmente apprezzato.

Questo è uno di quei libri che mi porterò nel cuore per tanto tempo. Uno di quei libri che non solo va di diritto fra le mie letture più belle dell’anno, ma in generale. Quel tipo di libro che non sarà il libro dell’anno, perché finirà dritto dritto fra le menzioni speciali, tanto è particolare e degno di nota.

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