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Recensione di Inked in Steel – Deborah P. Cumberbatch

Titolo: Inked in Steel
Autrice: Deborah P. Cumberbatch
Serie/Collana: Sì, autoconclusivi
Editore: Self Published
Genere: MC Romance
Sottogeneri e trope: Enemies to Lovers, Age Gap, Spicy
Pagine: 578
Prezzo: 1,99€ (ebook), 17,99€ (cartaceo)
Data di uscita: 13 settembre 2025
Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0FR3J9NQC/ 

Trama

Il mio mondo è fatto di inchiostro, sangue e asfalto.
Sono il Sergente alle armi degli Steel Reapers, addestrato a distruggere senza provare nulla. Mi sono guadagnato dai miei fratelli il nome di Hades, perché quando qualcuno deve essere trascinato all’inferno, sono io ad aprire la strada.
Solo tatuando riesco a placare l’oscurità che mi divora, ma non disegno più.
L’arte si è spenta il giorno in cui tutto è andato in frantumi, e ho giurato che avrei portato il bacio della Mietitrice ai colpevoli.
Da allora, il mondo si è ridotto a forme semplici e a colori insignificanti, finché una ragazzina dai capelli rossi non si è messa sulla mia strada.
Brianne Callaghan è puro fuoco e caos, un caleidoscopio che non devo toccare. Troppo giovane, troppo viva.
Ed è la sorella del mio migliore amico.

Il mio mondo è fatto di cifre, codici e ricordi.
Non posso dimenticare nulla. È così che ho imparato ad ascoltare i numeri e a entrare in ogni sistema, senza lasciare tracce.
Non cerco salvezza, non credo nelle favole. Io sono il drago della mia storia, e ho un solo obiettivo: proteggere i miei fratelli. A qualunque costo.
Non avevo previsto che un solo errore mi avrebbe portata dritta ai cancelli del club degli Steel Reapers e che mi avrebbero offerto un lavoro.
E, ancora meno, che sarei finita sotto la sorveglianza forzata di un enorme grizzly tatuato e perennemente incazzato.
Rhyson “Hades” MacReary mi odia, e non fa nulla per nasconderlo. E a me va più che bene, perché ho intenzione di andarmene il prima possibile.
Non importa se, ogni volta che lo guardo, il cielo non sembra poi così lontano.

Recensione

Mik, autrice, blogger, gattara, mangiatrice di caramelle gommose, accumulatrice di scarpe e motociclista.
Ditemi, potevo farmi sfuggire questa lettura?
Aggiungo anche che ho seguito praticamente tutta la produzione di Deborah.

«Sei una tortura.»
«Proponimi come punizione nei tuoi inferi.»
«No, piccolo drago. Sei la mia forma di tortura.»

Rhyson, 31 anni, sergente degli Steel Reapers, è il perfetto esempio di un morally grey character che non sa più come fare a meno delle sue cicatrici – sia quelle fisiche che quelle interiori. Se guardate bene, sulle sue dita non troverete solo macchie di vernice e inchiostro, ma anche tracce di sangue.

Brianne non è una ragazzina fragile, anzi. È un’informatica straordinaria con una memoria fotografica da far impallidire anche il più preciso dei computer.

Se li mettiamo insieme, secondo voi, cosa può succedere?

Nasce un enemies to lovers pieno di battute al vetriolo e scene scoppiettanti.
La bellezza di Inked in Steel sta nella sua capacità di trasformare l’impossibile in qualcosa di inevitabile. Un amore che nasce da un odio viscerale, che cresce lentamente tra lacerazioni, scontri e, perché no, anche un po’ di moto e tatuaggi.
La chimica tra Brianne e Rhyson non è mai facile, mai scontata. Una delle capacità dell’autrice è proprio nel suo modo di far evolvere i personaggi, pagina dopo pagina, parola dopo parola.
Anche questa volta ha fatto centro, lasciando andare i pirati e i loro vascelli e cavalcando moto di ferro e km di strada.

Un’altra cosa che ho amato è che non ci sono solo una grande famiglia, un mondo ben strutturato e personaggi affascinanti, ma anche una sottotrama ricca di azione e colpi di scena.
Forse avrei dato più spazio a questa parte, che si svolge un po’ troppo velocemente nelle ultime pagine.
Nel complesso, il libro è una vera e propria esperienza emotiva che ti prende fin dalla prima pagina e ti lascia con il cuore più caldo di un drago che ha appena vinto una battaglia contro il gelo.
Un’altra vittoria nel mio cuore per Deborah.
Direi che se non ho notizie di un seguito a breve, comincio a perseguitarti — sì, è una minaccia.

A volte ho la sensazione che tutte le battaglie che ho combattuto mi abbiano solo preparato a incontrare te.

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