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Recensione – Aria di Jennifer Hartmann

Titolo: Aria

Autrice: Jennifer Hartmann

Serie/Collana: #1 di un duetto

Editore: Royalbooks edizioni

Genere: contemporary romance

Sottogeneri e trope: Rockstar single dad, slight love triangle, enemies to friends to lovers, angst

Pagine: Ebook 401

Prezzo: 3.99€

Data di uscita: 15/11/2025

Link Amazonhttps://www.amazon.it/dp/B0

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Trama

Quando il cantante della mia rock band punta gli occhi su una bella cameriera, sono disposto a tutto pur di impedirle che lei intralci i nostri sogni. Se solo il mio piano non fosse andato in frantumi quando, una notte, mi ha confessato i suoi segreti più oscuri, innescando un legame profondo che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato. E quando quei cupi segreti tornano a tormentarla, minacciando molto di più della nuova vita che si è costruita, è in me che trova conforto. So che dovrei correre nella direzione opposta − sono un padre single che è già stato ferito una volta. Per non parlare del fatto che è la ragazza del frontman della mia band. Ma nella mia missione per allontanarla mi sono innamorato di lei, e ora farò di tutto per tenerla al sicuro… che sia mia o no.
Attenzione: in questo libro si parla anche di abusi e stupri subiti nel passato. Alcune scene potrebbero urtare la sensibilità del lettore. Leggere con consapevolezza.

Recensione

Mie brioscine, scrivere di un’autrice che ami è sempre difficile: devi restare oggettiva e mettere a tacere la groupie che vive dentro di te.

Aria di Jennifer Hartmann è, in realtà, un romanzo diviso in due — proprio come le parti che compongono una canzone. Letteralmente un duetto.

Chelsie è una cameriera che incontra il cantante di una band in ascesa: tra loro scatta subito la scintilla. Sembra l’inizio di una classica rom-com… ma non lo è affatto. Perché Chelsie ha un passato enorme alle spalle: è letteralmente una sopravvissuta a un amore tossico e totalizzante, un amore che le ha portato via la fiducia in sé stessa e negli altri.

Ed è per questo che, quando incontra Devon, che le mostra un interesse sincero, fa di tutto per far funzionare la storia. Vuole sentirsi giusta, voluta, amata.

Noah, il bassista del gruppo, ha sudato e investito tutto sé stesso per portare avanti il successo della band, scendendo a patti anche con la propria vita privata. Non vuole che Chelsie si metta in mezzo: teme che possa destabilizzare ciò per cui ha lavorato così duramente.
Eppure sarà proprio lui a raccogliere la confessione di Chelsie, ubriaca, davanti a un piatto di patatine. Ed è lì che tutto si complica.

«Non tutte le situazioni tossiche sono uguali, non significa che non siano tossiche.»

Perché Chelsie è così fragile, così emotivamente alla deriva, da aprire un varco nelle difese di Noah — che inizia a chiamarla per cognome: un piccolo gesto, ma solo loro sanno quanto significhi.

Noah le parla e le presenta il suo unico grande amore oltre la musica: Sam, il suo bambino, che rimane subito incantato dalla “signorina Chelsie”.

Tra i due nasce un legame d’amicizia autentico, che agli occhi degli altri appare forse “troppo”, ma per loro è naturale.

«Siamo un enigma. Siamo qualcosa che la gente non può capire».

Diventano casa, nel senso più puro e disarmante del termine. Fatto di pancakes fatti in casa, serate film e chiacchiere davanti a un bicchiere di whisky.

Ma il passato di Chelsie non smette di inseguirla: la terrorizza, la disarma, la mette costantemente alla prova.

Questo libro scava dentro la psiche dei personaggi con una profondità quasi dolorosa — e, nonostante tutto, non possiamo sempre essere d’accordo con le loro scelte.

Aria ci regala uno spaccato vivido del mondo della musica, fatto di compromessi, contrasti ed eccessi. Ma racconta anche altro: la vulnerabilità di chi prova a ricominciare e quel bisogno universale di trovare un posto — o una persona — che sappia ancora suonare come “casa”.

«Tu e Sam siete stati l’unico fottuto raggio di sole che ho avuto da molto tempo.»

Se mi chiedete dello spicy vi dico che non è la parte importante ma c’è.

È un romanzo, per stessa ammissione dell’autrice, che ha avuto una lunga gestazione; lo ha rivisitato solo per dare il suo meglio. Riconosco la penna che amo, anche se qui, come è giusto che sia, è ancora acerba, ma di cui si riconosce subito lo stile che sarà grandioso. E lo dico: aspetto ancora la conclusione finale, perché non fatevi ingannare dalla parola “Epilogo”, perché la chiusa, o come dirla in musica, la “Coda”, non è ancora stata scritta.

Hai detto che eravamo un duetto e vorrei poter essere la tua seconda metà. Vorrei poter far parte del tuo duetto perfetto. Ma sono un’aria. Sono destinato a volare da sola.

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