
Titolo: A love beyond time
Autrice: Michela Bizzini
Serie/Collana: Autoconclusivo
Editore: Indipendente
Genere: Paranormal Romance
Sottogeneri e trope: paranormal romance, time traveller, strangers to lovers, slow burn
Pagine: 300
Prezzo: Ebook € 4,99 – Cartaceo € 14,90
Data di uscita: 6 novembre 2025
Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0FZWKVNVN/
Trama
Danielle ha trent’anni e una vita tranquilla in Arizona, sospesa tra due mondi che non sente mai davvero suoi: quello freddo e razionale della madre americana e quello spirituale e vibrante del padre navajo.
In una notte di pioggia, però, il tempo smette di scorrere come dovrebbe e il suo destino si ribalta. È allora che compare Christopher Evans, un fotografo inglese giunto per caso nella sua vita. I due non si conoscono, eppure, ogni sguardo scatena in entrambi un inspiegabile déjà-vu, come se si fossero già incontrati in un’altra vita.
Tra antichi rituali navajo, visioni che sembrano profezie e scelte che mettono in gioco il cuore e l’anima, Danielle scoprirà che il tempo è un labirinto e che ogni passo ha un prezzo.
Perché vivere davvero significa rischiare tutto, anche perdere l’amore.
Recensione
Tu sei l’amore che arriva senza avvisare. Quello che ti travolge, che ti sconvolge, che ti prende in pieno il cuore e non ti dà scampo.
Incollats Romantics,
Oggi voglio presentarvi un libro della mia compagna di merende di Romance Book, l’unica e ineguagliabile Mik!
Ok, Ella ce la fai a fare un incipit meno infantile?
Deglutisco, respiro. Ricominciamo. Pappalardo, spostati.
Allora, cerchiamo di fare una recensione semiseria.
A tutti coloro che hanno letto La Nicole Sbagliata, preparatevi: perché questa volta si cambia completamente tipo di storia e, per quelle come me amanti di spiritualità e paranormal, potete andarci a nozze.
Ma come fa a essere sexy anche di spalle?
Prima di dirvi quanto mi sia ritrovata — anche da pietosa cattolica — nelle pagine di questo libro, vi vorrei parlare dei suoi protagonisti e, perché no, dei personaggi secondari mai come in questo caso utili e fondamentali.
Partiamo proprio da uno di questi: nonna Catori, che mi sono immaginata con le fattezze di Mary — ovviamente invecchiata di alcuni decenni. Non chiedetemi perché, visto che parliamo di una indiana navajo.
Catori è il personaggio che dà una spiegazione e un senso a tutto il libro, un senso di marcia, una direzione, come un cartello che indica la strada da percorrere. È anche la chiave di lettura del libro, in un certo senso.
«Voi inglesi non giocate a polo la domenica?»
Poi passiamo a lui: il protagonista maschile. È inglese e giapponese. E poi si chiama Christopher. Potevo non innamorarmi di lui?
Chris è il personaggio meglio riuscito del libro, perché il suo carattere, le sue sensazioni e il suo aplomb inglese — e sexy accento — trasuda attraverso le parole usate per raccontarlo e raccontarsi. È difficile riuscire a toccare un personaggio immaginario, e Michela è riuscita a renderlo palpabile.
Vi ritroverete in lui più che in Danielle, almeno a me è successo così. Christopher vi strapperà un pizzico di anima e non ve la restituirà più.
La ragazza dai grandi occhi verdi, che mi ha stregato. La mia combattente, che ruba cuori con le sue fossette.
Danielle è una protagonista interessante. Le sue doppie origini, navajo e statunitensi, la rendono unica per una dicotomia che traspare anche nel suo modo di vivere e fare delle scelte, sempre a metà. Ma vedremo che, nel corso del libro, le sue consapevolezze diventeranno granitiche, chiare e senza dubbi alcuni.
L’ho amata leggerissimamente meno di Christopher, ma perché tendo a empatizzare poco, in generale, con le protagoniste femminili. Tuttavia, l’andazzo del libro e le mazze da baseball glitterate me l’hanno fatta non solo digerire, ma adorare, soprattutto nel plot twist principale del romanzo.
Eppure, il dolore a volte ci cambia, ci trasforma, e ci porta a vedere il bello con occhi diversi, rendendolo deforme e orribile.
Il dolore della perdita, l’ineluttabilità del destino (e qui vedetemi stile Thanos degli Avengers cui ultimamente somiglio anche troppo) sono i temi ricorrenti del romanzo, che parla di seconde possibilità in un senso differente dalla mera “second chance”, perché qui parliamo di una seconda possibilità della vita.
Ho apprezzato molto tutta la parte sull’animismo navajo, sulla spiritualità, il rituale matrimoniale con la sabbia, il rispetto della vita e della morte. La potenza con cui questa viene vissuta e considerata parte del ciclo della vita (non posso andare oltre perché rischio spoiler).
La speranza, di fatto, permea questa cultura e come viene inserita nel romanzo. Una speranza che, per come la vedo io, ha molto di trascendente, a prescindere da chi ci si aspetta di trovare dall’altra parte.
E questo trascendente è l’amore. Un amore che eleva, guarisce, aggiusta. Determina.
Perché ho trovato molto bella non tanto la storia d’amore fra Chris e Dany, ma soprattutto dove questa va a incastrarsi: l’amicizia, la famiglia, il rapporto con la vita, la morte e il tempo.
Un applauso anche al #Minchiometro. Delicato, sensuale, mai volgare. Intonato ai protagonisti.
«Chris?»
«Sì, pulce?»
«Quanto tempo ci vuole a innamorarsi di qualcuno?»
Infine, cosa posso dire? Questo romanzo ha una quota di #Piantometro notevole, ma allo stesso tempo lascia pieni di speranza, arricchisce. Questo viaggio vale la pena, anche per la freschezza della penna di Michela, ancora piena dell’entusiasmo delle prime volte, a seguire quell’esigenza creativa che ti travolge nei momenti più inaspettati. Quell’arte che cura, guarisce, spera. Quell’arte che ama.


