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Intervista all’autice: Kira Shell

Tornano le nostre interviste Romance! Oggi incontriamo e conosciamo più a fondo un autrice italiana che, con i suoi romanzi, sta riscuotendo un successo strepitoso! Si tratta dell’autrice KIRA SHELL, un’autrice dalle tinte sensuali e conturbanti che conquista e strega i suoi lettori attraverso la carta stampata.
Avete già avuto il piacere di addentrarvi nei suoi romanzi?

 

 

  • Ciao Kira, intanto grazie per aver accettato l’intervista e ci tenevo a dirti nuovamente grazie per averci fatto dono della box con i meravigliosi doni (le caramelle sono finite XD). Partiamo dalla prima domanda: come nasce la storia di Efrem e Thea?

Nell’estate del 2018.

Scrivevo ancora su Wattpad e avevo da pochissimo terminato Kiss Me Like You Love Me. Ad ottobre mi sarei dovuto laureare, perciò, in estate, mentre ero a casa a preparare la tesi cominciai a pensare a una storia alla quale dedicarmi. Mi ero resa conto di avere bisogno di un cambiamento, di creare qualcosa di diverso. La novità è sempre stimolante per me, così, giorno dopo giorno, iniziai a figurarmi nella mente una giovane ragazza problematica alla quale avrei dovuto affiancare un protagonista comprensivo e maturo che potesse, in qualche modo, esserle d’aiuto. In realtà, feci un sogno…nel quale mi apparve un uomo seduto dietro un pianoforte in una stanza vuota. Lo ricordo vagamente, ma a esso ne seguirono altri. Erano tutti piccoli frammenti di scene, un po’ fumose, che col tempo si sono delineate in modo nitido e che ho inserito nella storia. Compresi subito che il mio subconscio mi stava inviando dei segnali. L’input che avrebbe innescato il coraggio di intraprendere un nuovo cammino.

 

  •  In questo romanzo come in ogni tuo romanzo affronti un tema molto particolare e che colpisce molte persone, che combattono ogni giorno con il proprio corpo e con il loro aspetto. A volte autodistruggendosi: è stato difficile immedesimarsi nella protagonista?

All’inizio sì.

Scegliere determinate tematiche è sempre una responsabilità enorme, soprattutto quando c’è la consapevolezza che il tuo libro potrebbe essere letto da molte persone, alcune delle quali realmente coinvolte in esperienze simili. La stesura è stata preceduta da un lungo periodo di progettazione e documentazione, senza il quale Thea non sarebbe stata così realistica.

Mi piace affrontare tematiche serie in maniera altrettanto seria e questo comporta sempre un grande lavoro. Non solo di immedesimazione, ma anche di comprensione e rielaborazione di tutte le informazioni apprese.

 

  • Il romanzo tocca diversi temi, non solo quello della protagonista, hai creato un personaggio maschile oscuro e con un impegno: il matrimonio. Efrem è un uomo impegnato con dei doveri e un’etica da salvare e rispettare, il rapporto paziente e dottore dovrebbe essere solo quello, ma in questo caso non c’è solo attrazione fisica, ma emotiva. Si scava a fondo nella mente della protagonista e conosciamo il nostro protagonista solo attraverso i pensieri di Thea e i dialoghi. Come spieghi il tema del tradimento a chi si approccia per la prima volta a te e iniziando da questo romanzo?

Essendo un dark romance psicologico, non potevo esimermi dal creare un po’ di suspense e inserire un insieme di intrighi che pian piano sarà snodato nel secondo volume.

A tal fine, era necessario inserire il protagonista maschile impegnato.

Il matrimonio, in questo caso, è un mezzo attraverso il quale spiegherò molti “perché”, tutti connessi al vissuto di Efrem e al tipo di trama che ho costruito.

Per quanto riguarda il tradimento in sé è un’altra tematica reale che ho voluto trattare. Questo non significa che ci sia in ogni relazione, ma che è un elemento potenzialmente presente in molte di esse. Non amo giudicare le persone che commettono adulterio, infatti neanche Thea si è mai espressa in maniera negativa sul comportamento di Efrem. Questo perché, dietro ogni scelta di vita, bella o brutta ci sono sempre delle motivazioni (più o meno serie) che meritano di essere analizzate e approfondite.

Ogni essere umano sbaglia.

È importante comprenderne il motivo, risalire alla causa e debellare ciò che lo porta a commettere azioni sbagliate, evitando quindi la profusione del medesimo errore.

 

  • L’impulso è qualcosa che difficilmente si riesce a trattenere, ma in questo caso Efrem è un dottore nato per aiutare la mente delle persone a guarire, o meglio da’ loro i mezzi per poterci convivere e provare a vivere la propria vita nel migliore dei modi. Efrem è un uomo autolesionista, nonostante si prenda ciò che vuole?

No, Efrem è un uomo determinato.

Non è un’adolescente inconsapevole delle sue azioni. Le compie con coscienza, considerandone anche le conseguenze e i rischi. Nella sua vita ha affrontato molte difficoltà che lo hanno reso quel che è: una persona che riesce a tenere in perfetto equilibrio la sua luce e le sue tenebre, la sua razionalità e il suo impulso.

 

  • In ogni tuo libro c’è un lessico dettagliato e ricercato, c’è chi ti definisce prolissa e chi invece apprezza ogni dettaglio creato con attenzione. Vorresti descrivere Kira Shell durante la stesura di un romanzo? Ti rinchiudi in camera per ore? Oppure ti viene naturale poter viaggiare insieme ai tuoi personaggi?

Parto dal presupposto che per me l’aggettivo “prolissa” non è un’offesa né un difetto, semplicemente è una scelta narrativa e stilistica. Chi non conosce nel dettaglio le regole che solitamente si seguono nella stesura di un romanzo, utilizza questo termine in maniera dispregiativa e inappropriata.

Nei romanzi più complicati, che trattano temi abbastanza seri, includono numerosi protagonisti e si dipanano in vari intrecci, è assolutamente necessaria una narrazione più “prolissa” con dovizia di dettagli e descrizioni che possano dare al lettore più informazioni possibili.

Lo stile breve e conciso, invece, è preferibile nei romanzi in cui è necessario un ritmo incalzante, che segue spesso il leitmotiv principale del racconto, dando al lettore le informazioni che possono subito concedergli delle risposte. Questo stile è adeguato nei testi che coinvolgono pochi personaggi, tematiche più leggere e intrecci meno complessi.

Chiaramente ogni autore può scegliere lo stile che ritiene conforme al proprio gusto, ma di solito ciò che determina la scelta tra stile prolisso e stile conciso è appunto il tipo di romanzo che si intende scrivere.

Per quanto riguarda me e il mio modo di approcciarmi al testo, scrivo sempre negli orari che ritengo meno “caotici”. Il silenzio è assolutamente importante per garantirmi la giusta concentrazione. Scrivo in camera, in un angolino nel quale ho solo una scrivania e il pc… insomma isolata dal mondo. Trascorro dalle sei alle dieci ore sul testo (soprattutto nei giorni in cui non lavoro) e cerco di immedesimarmi nei personaggi e nella trama alternando momenti di profonda emotività a momenti di assoluta razionalità.

 

  • Efrem Krugher è un personaggio completamente inventato, oppure ti sei ispirata a qualcuno o più di una persona? Credo che molte di noi siano curiose di scoprirlo e se esiste presentacelo ☺ 

No, è un protagonista inventato.

Sarò sincera… per lui mi sono ispirata al mio uomo ideale. Possiede tutte le caratteristiche che nella mia fervida immaginazione apprezzo tanto negli uomini. Pertanto costruirlo è stato abbastanza immediato e spontaneo: ho seguito il mio gusto, la mia immaginazione, ciò che preferisco e ciò che mi affascina in un uomo.

Dal contrasto capelli scuri-occhi chiarissimi, al contrasto sensibilità-passionalità.

 

  • Hai scelto una protagonista molto giovane da affiancare ad un uomo che ha una carriera avviata e una vita personale completa, c’è un motivo particolare?

Per una protagonista come Thea, con un disturbo così diffuso tra le ragazze di oggi, era necessario creare un protagonista maturo, consapevole e capace di affrontare una situazione simile.

Credo che un coetaneo di Thea, o un comune bad-boy, non sarebbe stato adeguato per il tipo di trama  e avrebbe potuto ostacolarmi nel percorso di crescita che intendo far affrontare alla protagonista.

Per giunta, un medico avviato non sarebbe stato credibile se avesse avuto meno di trent’anni.

Quando costruisco una trama ragiono molto su qualsiasi dettaglio per darle una parvenza di realismo.

È vero che un romanzo è una storia fittizia, ma quando si trattano tematiche così delicate…l’attenzione alla realtà è pressoché necessaria.

 

  • Parliamo dei personaggi secondari, io sono innamorata di Ben, come la mettiamo? L’hai definito pericoloso, cattivo, intimidatorio, ma tutto questo ha qualcosa di velato e con sotto un’altra verità, credo che sia molto vicino all’oscurità con cui convive il nostro Efrem, puoi rivelare qualcosa su di lui, oppure mi dirai no comment per ora? ☺

Ben è un personaggio fondamentale.

La sua presenza è un perno attorno al quale ruota tutto.

Sicuramente si avranno delle risposte nel secondo volume.

Per ora mi limito a ripetere una delle sue battute più enigmatiche: “Tutto ciò che sembra magico è inganno.”

 

  • Non mi tolgo dalla testa la scena in cui Thea da piccola incontra un uomo con gli occhiali da sole che legge un libro su una panchina, pensavo che andando avanti nella lettura avrei scoperto qualcosa di più, invece mi hai lasciata in sospeso, riceveremo informazioni nel secondo romanzo? Oppure di lui scopriremo solo alla fine?

Assolutamente nel secondo volume avrete tutte le risposte.

 

  • Ogni romanzo, ha un messaggio da lasciare, in questo primo romanzo ce n’è uno che predomina, mai abbandonarsi alla morte. Anche se la vita ci assetta un colpo duro dobbiamo reagire, ma credo che ce ne saranno tanti altri pronti a farci riflettere, quale è stato il messaggio che ti sei imposta di lasciare alla conclusione di questo primo capitolo?

Di impegnarsi a credere in se stessi e nella vita, perché per ogni dolore c’è sempre una via d’uscita. 

 

  • Puoi dare un’anteprima di quello che succederà nel secondo volume? Una cosa piccolina – ina – ina?

Narrerò la storia d’amore di Thea ed Efrem, ovviamente a modo mio.

Sarà reale, con momenti di gioia e momenti di sofferenza.

Intensa e passionale.

Ci addentreremo nella sfera emotiva dei protagonisti.

Nel primo volume siamo entrati nella psiche di Thea e abbiamo cercato di decifrare la mente misteriosa di Efrem.

Nel secondo volume le anime si metteranno a nudo.

E si lasceranno trascinare da un amore abbastanza atipico…

 

  • Come ha reagito Efrem al riscontro del primo romanzo?

Lui è una persona paziente.

Sa che sarà compreso col tempo e che solo al termine della storia, i lettori potranno esprimersi in toto sulla sua personalità.

 

  • Come ha reagito invece Thea?

Thea è consapevole di due verità: la prima è che tante ragazze si sarebbero immedesimate in lei; la seconda è che non tutte l’avrebbero compresa.

Non ha la stessa pazienza di Efrem, ma è fiduciosa sulla possibilità che il suo personaggio, al termine del viaggio, possa essere apprezzato.

 

  • Come ha reagito Kira Shell?

Sapevo che con MEK mi sarei discostata dalla serie precedente.

Credo che un autore che voglia davvero crescere e mettersi alla prova, non debba mai avere paura di condividere ciò che ha da raccontare.

In questa scelta, il mio modello sono gli autori più grandi di me, che con ogni opera regalano nuovi personaggi, nuove trame, nuovi intrecci, nuove tematiche e nuovi finali.

Kiss Me ha dato tanto a me e ai miei lettori, ma con MEK era necessario un salto, uno scrollone, il passaggio da una storia d’esordio – alla quale mi sono approcciata con meno esperienza – a una storia più matura e complessa nella quale “spremermi” di più.

Per quanto riguarda quindi il mio stato d’animo, per il momento aspetto di concludere la dilogia e poi valuterò la reazione dei lettori.

 

  • Tu hai un concetto diverso nell’approccio con l’amore, questo si era capito con Neil e Selene, hai trasmesso che l’amore è nei dettagli e non per forza in un ti amo pronunciato ogni giorno (inutile come la r di marlboro) si può amare una persona in diversi modi, come l’amore si rivela in diverse sfaccettature, sarà così anche il nostro Efrem? Anche se ci vedo più Thea come una piccola Neil che non pronuncerà quella parola, mentre il dottore ci darà una dettagliata spiegazione del concetto?

Io ho un concetto d’amore molto ampio e variegato.

Credo che sia giusto che ognuno ami a modo suo.

Siamo tutti diversi, esseri pensanti con un’anima e un vissuto che determinano la nostra personalità, perciò reputo inutile (nonché surreale) che si possa dare un concetto univoco d’amore o – ancora peggio – stilare un elenco di cose da dire o fare per dimostrare di amare.

Efrem sicuramente ci insegnerà, e mostrerà, in quale modo lui ama qualcuno.

Un modo che non deve essere oggetto di giudizio o disamina.

Non sarà questo lo scopo del romanzo.

 

  • Ami studiare la mitologia greca e la filosofia, questo è stato chiaro, in più guardando il tuo profilo ho scoperto che vorresti prendere anche la laurea in lettere, oltre a quella che possiedi già. Insomma sei un uragano di idee ed energia. Il tuo messaggio a tutte le persone che ti seguono e che vogliono magari raggiungere un obiettivo nella loro vita. ☺ 

Molti sostengono che io sono una persona forte, ma io penso di non esserlo.
Sono solo una persona che ha imparato a farsi forza nonostante tutte le sue fragilità.
Prima, quando avevo vent’anni, ero istintiva e rabbiosa e spesso non capivo perché tante situazioni, tante difficoltà dovessero proprio capitare a me. Pensavo che la fortuna mi remasse contro e che non ci fosse possibilità di fuga da alcuni eventi che consideravo dolorosi.
Oggi ho compreso che affrontare quegli eventi, resistere e superarli era la vera chiave di lettura.
La vita ci pone degli ostacoli per metterci alla prova.
Le nostre scelte sono il risultato di ciò che siamo.
E il modo di superarle determina chi vogliamo essere.
Il mio consiglio è quello di trovare la forza in se stessi anche nelle avversità peggiori.
Tutto accade per un motivo.
Bisogna andare avanti, senza smarrire la propria luce.
Qual è questa luce?
La speranza.
La speranza è eterna. È tutto ciò che niente e nessuno può sottrarci.
È ciò che ci spinge a credere in qualcosa, e se crediamo in qualcosa allora diamo a noi stessi la forza di poterlo realizzare.

 

  • Il messaggio più bizzarro che hai ricevuto?

Ne ricevo tanti.

Ma alcuni sono troppo indecenti per essere riportati in questa pudica intervista.

 

  • Il messaggio che ti ha fatto riflettere di più? 

Alcuni sono abbastanza simili tra loro e manifestano un pensiero abbastanza condiviso.

I miei lettori hanno compreso che, malgrado io sia molto riservata e restia a mostrarmi, i miei romanzi sono il mio volto, la mia voce e la mia mente.

Hanno compreso che comunico con loro attraverso ciò che scrivo e che sono più brava in questo che non a far sfoggio della mia immagine.

Con loro ho dialogato tanto nel corso degli anni e credo che, molti miei discorsi o semplici risposte, li abbiano aiutati a capirmi, ad associare la mia persona ai miei testi percependone la forte simbiosi.

In quei testi ci sono io, con tutti i miei pregi e difetti.

Con i consigli saggi e con le riflessioni contorte.

Con l’istinto e la ragione.

Questo è ciò che mi fa riflettere ogni giorno: l’opportunità di svelarmi pian piano e di farmi conoscere attraverso la scrittura.

 

Grazie Kira per aver risposto e grazie per il tempo che ci hai dedicato, spero che l’intervista ti sia piaciuta e che sia stata motivo di riflessione e anche leggerezza. 

Un saluto a tutti ☺ 

Monica.

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