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Intervista alle autrici e alla casa editrice della collana Chicago Moonstars Basket

MoonStar edizioni presenta la collana “Chicago Moonstars Basket”, una serie nata dall’idea folle della nostra Ella Kintsugi e che coinvolge con lei altre cinque autrici: Barbara Scotto, Claudia Bacci, Giulia Ungarelli, Priscilla Potter e Tina Fancy. I libri, tutti autoconclusivi, ruotano attorno al coach e alla formazione titolare della squadra Chicago MoonStar e coprirà due stagioni dell’NBA. Le sei maestranze, diverse in molte sfaccettature, sono legate da una casa editrice e unite da uno spirito di squadra che – lo leggerete nell’intervista – supera di gran lunga quello descritto in campo nei loro stessi libri!

Veniamo subito alle domande ☺️

1.     Da dove viene questo progetto? È una cosa nuova che coinvolge una CE e non un gruppo di autrici self, come spesso è successo in passato.

Deborah: Questo progetto è stato il classico fulmine a ciel sereno, che però non ha preannunciato pioggia, bensì un bellissimo arcobaleno fatto di idee, autrici fenomenali e teste che lavorano e creano realtà immaginarie straordinarie.

Infatti, un giorno di alcuni mesi fa, quando la mia Casa Editrice, la MoonStar Edizioni, era alla sua nascita, l’impavida autrice che io già conoscevo bene Ella Kintsugi mi ha contattata per farmi una proposta fenomenale: E se ti parlassi e proponessi una mia idea un po’ folle?, mi ha detto… e io ovviamente non ho potuto che starla a sentire, accogliendo poi quest’occasione di unire arte, sociale, menti geniali e idee più unica che rara.

Ella e io abbiamo quindi progettato meglio la sua idea, che già era nata e cresciuta, molto stabile e forte.

Da appassionata di sport romance, essere la prima casa editrice a portare una serie con più romanzi tutti legati a un’unica squadra di un unico sport mi ha entusiasmata e così eccoci qui.

E sono stata fortunata, anzitutto perché Ella, il nostro capitano, che si è presa la briga di organizzare ogni cosa, è un portento affidabilissimo ma anche perché queste autrici, lei compresa, sono per me delle persone straordinarie, dalle quali ho imparato moltissimo. Siamo una squadra fantastica, lo sono loro, autrici dalla penna magica e il cuore buono, e per noi di MoonStar è un onore poterle portare fino alla pubblicazione con queste storie tutte legate dal filo del destino, posso affermare tranquillamente, che di certo meritano di essere lette e amate come le sto amando io.

Grazie a tutte loro, al blog per questa intervista, a chiunque ci seguirà in questa avventura sportiva straordinaria e a tutti i lettori; quindi… e ve lo dico già dal principio, perché per noi tutto questo è una forma incredibile di arte, di scrittura creativa ma anche un esperimento sociale che sono onorata di poter inserire nel mio catalogo.

Grazie a tutte voi, ragazze!

2.     Domanda a Ella: Come mai quest’idea?

Ella: Avendo esaurito le personalità multiple ho scelto di cercare vere autrici e trascinarle nella mia follia. A dire il vero è stata un’illuminazione e ho pensato di proporre l’idea a Deborah che aveva appena aperto questa casa editrice, in modo da unire le forze e le maestranze.

3.     Deborah, come hai preso la proposta?

Deborah: Sul subito ero tipo… “Che cosa? Ma avrò capito bene?” ma poi, compreso tutto il piano diabolico, sono rimasta estasiata e quindi ero già pronta a cominciare!

4.     Come si è sviluppata poi la cosa? 

Ella: Abbiamo stilato una lista di autrici, due di queste sono tra quelle che hanno accettato e che avevo scelto io, le altre le ha proposte Deborah e alla fine è uscito un bel gruppo. La convocazione è stata esilarante, perché Deborah ha scritto le e-mail con la proposta come un procuratore sportivo.

5.     Deborah, raccontaci brevemente come hai convocato la squadra, per favore.

Deborah: In un modo un po’ particolare, devo ammettere, perché ognuna delle ragazze scelte con cura da Ella hanno ricevuto in mail una convocazione come se fosse stata fatta loro da una reale squadra sportiva, un po’ alla cieca, diciamo, invitandole a offrirsi per sentire la nostra proposta. Accettato il primo step si è trattato di una regolare convocazione sportiva con tutte le spiegazioni del caso ma in gergo… sportivo, per l’appunto. È stato divertente.

6.     Perché proprio il basket?

Deborah: Abbiamo fatto un sondaggio tra le autrici selezionate e questo sport è piaciuto a tutte, inoltre eravamo giuste per rappresentare una squadra in campo!

7.     Quali sono i punti fermi della vostra squadra; dunque, visto che ormai dovremmo chiamarla così?

Ella: Abbiamo scelto di dare massima libertà espressiva alle autrici, nessuna si è imposta di adeguarsi a uno stile che non sentiva proprio. Per amalgamaci ci sono altre cose: personaggi, luoghi, la squadra stessa e una sorta di catena che lega un libro all’altro e anche in modo circolare, il primo libro con l’ultimo. Ma tutti i libri sono autoconclusivi e standalone. Però abbiamo cercato, a volte con fatica perché non è stato facile, di invogliare i lettori a proseguire la storia con il libro successivo. Altro elemento, ogni libro doveva avere qualcosa in comune con luna e stelle nel titolo e, di conseguenza, nella storia.

8.     Com’è stato partecipare ad un progetto così? Come vi siete trovate a lavorare insieme? Siete sempre andate d’accordo?

Barbara: ho sempre visto la scrittura come un’attività solitaria, dove un’autrice può esprimersi come meglio si sente di fare, e quando vedevo susseguirsi le varie collection pensavo che fosse difficile coordinarsi con altre persone che hanno idee e stili differenti, tuttavia ne ero affascinata. Appena ci siamo conosciute in chat e confrontate sulle varie idee ho avuto un attimo di timore di non essere in grado di creare una storia originale che riuscisse ad allacciarsi alle altre, ma subito è nata una sintonia fra noi che ha reso tutto molto fluido. Ognuna proponeva le sue idee, e a quelle le altre avevano modo di allacciarsi come meglio preferivano. Personalmente mi sono trovata benissimo con tutte, con alcune ci sono stati contatti maggiori, poiché i miei personaggi si intrecciano ai loro in modo più profondo, e il confronto è stato divertente e ricco di stimoli.

Priscilla: Per me è la prima volta. Sono abituata a lavorare in solitaria, cambiando spesso idea. Rispetto pochissimo le scalette che creo. Lavorare con altre persone, essere obbligata al confronto, è stata un’esperienza stimolante. 

Giulia: Quando ho letto l’e-mail di “convocazione” ero entusiasta. Adoro il mondo dello sport romance e mi diverte molto collaborare con altre autrici in progetti di scrittura e no. Quindi, l’idea di far parte di una serie sportiva e immergermi nel gioco di squadra mi ha conquistata sin da subito. Conoscevo i nomi delle autrici, ma non loro personalmente, a parte Barbara con cui stavo lavorando in un altro progetto, però anche la possibilità di fare nuove amicizie è stato un incentivo per mettermi alla prova. Ho fatto bene, è un’esperienza stimolante e divertente.

Tina: First reaction: shock! Quando Ella mi ha chiesto se mi andasse di partecipare a una serie ho pensato che, se lo avessi fatto, mi sarei smentita alla grande. Anch’io vivo la scrittura come un momento intimo e il pensiero di dover condividere quest’esperienza con altre persone mi spaventava un po’, lo ammetto. Ma Ella ha l’incredibile capacità di saper rassicurare e mi ha garantito che sarebbe stata una bella esperienza, che avrei potuto esprimermi liberamente e che ci avrebbe guidate, insieme a Deborah, affinché tutto fluisse in modo naturale. E così è stato. Il merito va, ovviamente, anche alle persone che compongono il gruppo. Anche loro fanno la differenza e devo dire che mi sento fortunata per questo.

9.     È stato difficile trovare un filo conduttore, se eravate tutte d’accordo e se avete trovato delle difficoltà, quali?

Ella: è stata la cosa più difficile riuscire a mantenere un obiettivo comune che legasse le sei storie e allo stesso tempo mantenesse l’autonomia sia stilistica che di trama. Ma siamo riuscite a trovare più di un punto in comune, sia sugli obiettivi della squadra, dei Chicago Moonstars, sia qualcosa di più ampio e importante che sarà poi la storia che racconterà Tina (ma non voglio fare troppi spoiler). Le difficoltà ci sono state, soprattutto nel dover accettare in qualche modo che la storia di una mettesse le radici non solo della successiva, ma di tutta la serie. Per me, ad esempio, è stato difficile gettare le basi, aprire la strada alle altre.

10.    Una squadra di basket è composta da cinque giocatori in campo, ma ci sono sei autrici…

Deborah: Immagino che siate curiose di scoprire di chi parlerà la sesta incredibile autrice, vero? Be’… ma del nostro coach! Di chi, se no? Largo spazio alla creatività, quindi!

Tina: In effetti, ogni squadra ha una guida… e la nostra si fa decisamente notare! 

11.    Parliamo un po’ dei vostri libri e dei vostri protagonisti che abbiamo visto nel bellissimo reel. A proposito, chi li fa?

Ella: La fantastica Giulia è la nostra social media manager. Poi c’è Priscilla che si occupa di Facebook. Il mio protagonista si chiama Lanmè A. Duvall ed è soprannominato Polaris per due motivi che scoprirete leggendo. È creolo, e ha un fratellastro da parte di padre che avete conosciuto nel libro “Come una canzone” perché io ho questa fissa di infilare i personaggi di tutte le mie serie nei libri che scrivo. (Sì, lo so che si chiama pubblicità subliminale!)

Priscilla: Spero di riuscire a gestire il gruppo Facebook. Credo fermamente che si tratti del social migliore per farsi conoscere.

12.    Barbara, prima di raccontarci del tuo personaggio, come hai preso quest’ingaggio?

Barbara: Appena ho ricevuto l’e-mail della MoonStar Edizioni e ho letto “Sei stato scelto”, ho stentato a comprendere cosa mi si stesse proponendo, poi si sono susseguite varie emozioni. Una sincera incredulità è stata la prima reazione, ma la curiosità era troppo forte, così ho subito chiesto ulteriori informazioni. Mi sono sentita onorata di essere stata scelta, e poi spaventata all’idea di non farcela, ma io amo troppo le sfide di questo tipo, mi spronano a mettermi in gioco, a osare di più per migliorarmi e fare esperienze nuove, e senza riflettere più di tanto ho accettato.

13.    Vuoi rivelarci qualcosa su Seth?

Barbara: Avevamo il vincolo di attribuire ai protagonisti un elemento che avesse affinità con elementi dell’universo. Io ho scelto la luna, per il suo doppio volto, scegliendo di giocare con luci e ombre che fanno parte dell’animo umano. Seth è irascibile e poco propenso a sottomettersi, chiamato Storm per il suo carattere tempestoso. Lui rappresenta la luce, ambisce a diventare la stella più brillante della NBA, e questo lo porta spesso a scontrarsi con alcuni compagni della squadra… L’incontro con una donna che, al contrario di lui, anela l’oscurità, l’anonimato, gli farà vedere le sue ambizioni da una diversa prospettiva. 

14.  Domanda a Claudia: Tu sei la più affettuosa del gruppo, a dire di Ella, ti trovi bene in squadra? Soprattutto, ci incuriosiscono due cose: perché hai deciso di avere un personaggio che è anche un padre e perché Arcturus?

Claudia: È vero, io sono la più affettuosa del gruppo perché quando mi trovo bene con una persona, mi affeziono subito e questo gruppo è incredibile, mi hanno messa subito a mio agio, perché sono piena di insicurezze. Quando mi è arrivata la mail di Deborah ed Ella che mi chiedevano di far parte di un progetto di scrittura insieme ad altre autrici, pensavo avessero sbagliato persona 😜🤣 Arcturus è un padre single perché nelle mie storie la parte legata agli affetti familiari è molto importante ed è quello che secondo me poi ti forma il carattere, ti fa crescere e diventare quello che sei. Diciamo che ho voluto mettere un po’ di me in lui…tanta dolcezza e altruismo. Ho scelto Arcturus perché è il guardiano dell’Orsa, e nella sua squadra, la Chicago Moonstars, ha un po’ questa funzione…serio, responsabile, disponibile ad aiutare sempre i suoi compagni, sia sul campo di gioco che fuori.

15.     Domanda a Priscilla: Ella ha detto che tu sei una delle due cui teneva moltissimo avere nel gruppo, ma per te lo sport romance è qualcosa di totalmente nuovo, come hai preso questa convocazione? 

Priscilla: Sono una persona che ama le sfide e nella mia “pentola” ci sono tanti libri. Mi sono messa alla prova. Spero di essere riuscita nell’intento.

16.    Priscilla, il tuo personaggio ci dicono sia molto interessante, vuoi dirci qualcosa di lui? 

Priscilla: Albert Syrius è nato in Norvegia e si è trasferito a Chicago da bambino. Perché? Non posso dirlo. È un personaggio complesso e particolare. Sulla sua strada troverà Elettra. Non una parola in più. 

17.    Giulia, tu del gruppo sei quella, con Ella, con maggiore esperienza nello sport romance, ciò ha aiutato le altre?

Giulia: Ci siamo aiutate a vicenda con le informazioni e i consigli. In un team è sempre un gioco di squadra. 

18.    Giulia, raccontaci un po’ del tuo personaggio…

Giulia: Iman è un personaggio protettivo, non a caso ho scelto Draco, la costellazione del Dragone. Per lui tenere a sicuro le persone che ama è la priorità. La famiglia, gli amici, la squadra, una certa donna… È un uomo che ha dovuto affrontare difficoltà e forti cambiamenti nella propria vita, ma l’ha fatto sempre con determinazione e orgoglio. Ha i suoi difetti come tutti, ma non c’è persona più leale di lui. Per i suoi cari è un porto sicuro e la sua nipotina è la persona che più ama al mondo. Purtroppo, però, sarà proprio l’amore a creargli qualche problemino…

19. Tina, tu non solo sei una delle due volute da Ella ma anche la prima che ha risposto alla convocazione, anche per te lo sport romance è una novità, come l’hai presa?

Tina: Innanzitutto, per me essere stata scelta da Ella è un onore per il quale non la ringrazierò mai abbastanza; un segno di stima inequivocabile e che ricambio in toto. Anche in questo caso, ho cercato di immaginarmi alle prese col genere e mi sono detta che, proprio perché amo cambiare sempre tipologia di storia, lavorare su uno sport romance avrebbe potuto essere una sfida interessante. Col valore aggiunto di poter raccontare di una squadra intera, beneficiando della collaborazione con altre autrici! Un’opportunità più unica che rara, che non ho potuto rifiutare. Come in tutti i romanzi in cui il contesto è molto “invadente” (parlo di luoghi geografici caratteristici o di ambiti come lo sport), l’importante è documentarsi e rendere le azioni credibili, senza eccessi, ma permettendo al lettore di “respirare” l’atmosfera, in questo caso quella del basket a livelli top come quello NBA. 

20.    Tina, il tuo personaggio è l’allenatore, giusto? Come mai? Come vi siete spartiti i ruoli?

Tina: Non ricordo. Credo che il coach Anderson abbia scelto me, in realtà. E so che molte mi odieranno per questo, ma mi farò perdonare con una trama da drama queen e tanto amore! Scherzi a parte, anche in questo caso i ruoli sono stati scelti in modo molto naturale. Nei miei romanzi, i personaggi sono spesso uomini e donne adulti, difficilmente parlo di ragazzi. Perciò credo che sia nelle mie corde, anche perché questa scelta mi ha permesso di sviluppare una sottotrama che non vedo l’ora di svelarvi.

Ringraziando tutte le autrici e Deborah, Ella ci teneva a concludere l’intervista sottolineando un ulteriore ringraziamento.

Durante il percorso ci siamo trovate spesso a inciampare in momenti di incomprensioni, attimi in cui io per prima mi sono chiesta se non stessi inseguendo l’ennesima follia del mio “momento maniacale” (chi mi conosce sa di cosa stia parlando), tuttavia, ci tengo a ringraziare io la squadra che mi ha tenuta attiva e proattiva, senza sminuire il mio ruolo di capitano che – leggerete – come Lanmè A., a volte mi è parso troppo grande per la mia testa matta. Soprattutto, ci tengo a ringraziare tutte perché, nonostante le problematiche personali e famigliari che si sono poste sulla loro strada, sono andate e stanno andando avanti, chiedendo aiuto quando serve, prendendoci per mano quando ce n’è stato bisogno, venendoci incontro in tutto e per tutto, come una vera squadra e lasciando negli “spogliatoi” il resto. Per questo prego e spero che questa collana sia per tutte un momento di svolta e di riscatto, una consolazione per le piccole e grandi preoccupazioni (purtroppo più grandi che piccole!) che ci hanno sovrastato e ci stanno sovrastando il percorso. Grazie, di vero cuore, perché siamo state squadra anche a distanza di diversi chilometri l’una dalle altre!

Che dire, per noi di Romance Book è stato un piacere ospitare nel nostro blog questa squadra fatta di donne con le idee chiare e un progetto che non possiamo che consigliarvi di seguire.
Presto uscirà il primo romanzo e potrà essere nelle mani di chiunque voglia immergersi in un quadrato di basket ma anche nella vita fatta di amore e tormenti dei protagonisti.

Un grandissimo “in bocca al lupo” 🍀 – si dice anche in editoria?! – ad ogni autrice per la propria uscita che man mano scopriremo assieme 😉

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