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Review party — Nati per uccidere di Lucy Smoke

Titolo: Nati per uccidere
Autrice: Lucy Smoke
Serie/Collana: Sick Boys #3
Editore: Heartbeat Edizioni
Genere: Dark Romance, Thriller
Sottogeneri e trope: Morally grey characters, Revenge plot, Childhood trauma, Dark secrets, Thriller.
Pagine: 430
Prezzo: Ebook € 3,99
Data di uscita: 5 agosto 2025
Link Amazon: https://www.amazon.it/gp/product/B0FK3C75DF/

Trama

Regola n. 3: Non permettere mai a nessuno di pensare di poterti ferire e di farla franca.

Credevo di aver visto e sentito le cose peggiori, ma non c’è niente di peggio del tradimento.

Corina sa chi c’è dietro quello che mi è accaduto e potrebbe pensare che nascondersi la manterrà al sicuro, ma dopo quello che è successo, niente può tenerla al sicuro da me e dai Sick Boys. Lei è una pedina in tutto questo, ma otterrò quell’informazione anche se ciò significa che dovrò tagliarla via da lei, pezzo per pezzo.

Questa piccola farsa sta per finire. Pensavano di potermi trascinare nel fango e ridurre la mia anima in polvere. Ciò che non sono riusciti a capire è che non è rimasto nulla della mia anima e non mi dispiace sporcarmi un po’ se questo significa vendicarmi. Potrei essermi lasciata ingannare una volta, ma non esiste alcuna possibilità che mi lasci ingannare di nuovo.

Dopo che avrò finito con lei, andrò a cercare chi sta al vertice.

TW: Questo romanzo è un Dark Romance. Poiché alcuni argomenti potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori, se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole del genere a cui sta andando incontro.

Recensione

«Alcune persone nascono tutte intere, e io mi sono reso conto di non essere così solo quando ho incontrato Avalon. Lei è l’altra faccia della mia medaglia, il lato oscuro della mia luna già nera come la pece.»

Siamo al capitolo conclusivo della trilogia Sick Boys, un viaggio oscuro e sanguinoso che ha seguito i protagonisti tra vendette, segreti e legami spezzati. Nati per uccidere riprende la storia di Dean e Avalon laddove l’avevamo lasciata, portando la tensione a livelli estremi. Qui ogni alleanza è fragile, ogni scelta ha conseguenze irreversibili e il confine tra amore e odio è talmente sottile da confondersi.

Dean è un personaggio complesso, spezzato eppure letale. Il suo cammino è stato un crescendo di rabbia e desiderio di vendetta, e in questo ultimo atto la sua determinazione diventa un’arma affilata. Avalon, sopravvissuta a un’infanzia segnata dal dolore, non è da meno: forte, resiliente, capace di guardare negli occhi l’oscurità senza arretrare. Insieme formano un legame tossico e magnetico, una coppia che lotta tanto contro i propri demoni quanto contro quelli esterni.

L’ambientazione resta fedele al tono cupo dell’intera serie: strade sporche di sangue, luoghi dove la giustizia è una parola vuota e la vendetta l’unica moneta di scambio. La Smoke costruisce un mondo narrativo che non concede pause, dove ogni capitolo è un colpo diretto allo stomaco.

Lo stile dell’autrice è crudo, diretto, privo di orpelli: Lucy Smoke non addolcisce nulla, non ricama sui dettagli, ma li mostra nella loro nuda e brutale realtà. Una scrittura che non fa sconti, capace di trascinare il lettore nel baratro insieme ai suoi personaggi.

«Lì, alla luce del sole, c’è la prova di quanto siamo malati di mente. Ho il suo nome inciso dolorosamente a sangue proprio nella mia carne. E mi fa un certo effetto sapere che anche il mio è inciso nella sua.»

Al terzo volume ho compreso che per apprezzare davvero questa serie bisognava abbandonare ogni traccia di romanticismo. Qui, anche la storia d’amore tra Avalon e Dean si muove su un terreno minato, fatta di scontri, sfide e momenti di cruda verità. Nati per uccidere è un dark romance nel senso più estremo del termine, ma soprattutto è un thriller violento, quasi splatter, che non teme di mostrare scene dure e disturbanti. I trigger warning non sono un optional, ma un avvertimento necessario.

Quando vivi per tanto tempo sotto la coltre della paura, questa inizia a farti marcire l’anima.

Non ho mai nascosto le mie riserve nel consigliare questo romanzo. Le perplessità riguardano il tipo di lettura e la maturità con cui la si affronta. Io credo di avere l’età e l’esperienza per farlo, ma non lo suggerirei a lettori troppo giovani o inclini a romanticizzare situazioni tossiche. La Smoke stessa sembra ricordarci che questa è finzione: pur ispirandosi a dinamiche reali e dolorose, qui tutto resta confinato nel mondo borderline della narrativa. Se riuscite a vedere oltre la violenza, a scorgere la sottile speranza che filtra tra le crepe, allora potreste apprezzarlo e anche moltissimo. Ma se vi scandalizzate facilmente o non tollerate il lato più oscuro del genere, leggete bene i trigger e affidatevi a recensioni oneste.

Ringrazio come sempre la casa editrice per la copia ARC.

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