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Recensione – Play along. Gioco perfetto di Liz Tomforde

Titolo: Play along. Gioco perfetto #4

Autor*: Liz Tomforde

Serie/Collana: Windy City Series

Casa Editrice: Always Publishing

Genere & Co: Sport romance, He falls first, Slow burn, Fake marriage, Marriage of convenience, Workplace romance, slow burn, Found family, Family trauma, Golden retriever MMC, Perfectionist FMC

Pagine: 384

Costo Ebook: 4.99 €

Costo Cartaceo: 16.90 €

Data di uscita:  24 ottobre 2025

Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0DYM3Y1JN?ref_=cm_sw_r_ffobk_cso_cp_apan_dp_CTDWY07KTBS4NBN6CKQC&bestFormat=true

TRAMA

Un matrimonio finto è una partita a cui Kennedy non vuole giocare. L’amore vero è una partita che Isaiah si rifiuta di perdere. Solo con un gioco perfetto possono vincere entrambi. Isaiah Rhodes, giocatore dei Windy City Warriors di Chicago, è l’anima della festa, quello che si assicura sempre che il morale della squadra resti alto. Anche un campione di ottimismo però può crollare nell’anniversario del giorno peggiore della sua vita, e così Isaiah si ritrova in un bagno delle donne dell’impianto sportivo a tentare di soffocare il dolore. Immaginate la sua sorpresa nel trovarsi davanti la ragazza più bella che abbia mai visto, solo per accorgersi che anche lei è completamente sconvolta. Kennedy Kay, fresca di laurea in medicina sportiva, ha appena sostenuto un colloquio per entrare nello staff medico della squadra, il suo lavoro dei sogni, ma l’umiliazione ricevuta dal suo nuovo capo sessista è dura da digerire. Che un giocatore della squadra assista al suo crollo non fa che aumentare il disagio, e anche peggio, lui la guarda con occhi innamorati. Sono passati tre anni da quell’incontro e l’infatuazione di Isaiah per Kennedy non accenna a svanire. Ora che lei non è più fidanzata gli sforzi di Isaiah per conquistarla aumentano, così come i due di picche di Kennedy, che non può permettersi di mischiare lavoro e vita privata, figurarsi poi per frequentare un donnaiolo. Ma ciò che succede a Las Vegas non sempre rimane a Las Vegas, e Kennedy sta per scoprirlo a sue spese quando una mattina si sveglia in una suite con un vuoto di memoria e una fede al dito, come la signora Kennedy… Rhodes. Ora un solo errore impulsivo potrebbe costarle la carriera, a meno di non accettare la soluzione di Isaiah: reggere il gioco in modo perfetto, fingendo che il matrimonio fosse pianificato e la loro relazione assolutamente autentica. Per Isaiah, è un sogno irraggiungibile diventato realtà. Per Kennedy, scoprire di avere una cotta per il proprio finto marito alle porte dell’occasione lavorativa più importante della vita può solo complicare tutto.

RECENSIONE

Salve, girasoli 🌻
Oggi torno a parlarvi di una delle mie serie preferite e di una delle autrici che sto amando: la Windy City Series di Liz Tomforde.
Siamo arrivati al quarto volume. Dopo aver conosciuto la storia di Kai, è il momento di parlare del fratello minore: l’interbase Isaiah.
Lui ha un carattere molto diverso non solo rispetto al fratello, ma anche alla nostra protagonista.
Se lui è iperattivo, presuntuoso e buffone, lei è metodica, seria (quasi fredda) e attenta.
Avevamo già notato le interazioni fra i due: lui perso di lei e lei molto reticente.
Hanno origini diverse, traumi diversi, ma grande sintonia e chimica.

Finalmente Ken non è più fidanzata ed è arrivato il momento di giocarsi le carte.
L’espediente narrativo che fa scattare la trama è interessante e intelligente, ma già su questo ho storto il naso. Com’è possibile che Kennedy si rispetti talmente poco (in maniera quasi masochista) da ritrovarsi a Las Vegas per quel motivo (che non vi posso dire perché sarebbe un grande spoiler)?
A tal proposito, gli antagonisti sono davvero personaggi negativi, ma non molto strutturati. I personaggi secondari continuano a essere adorabili.

Lo so, molti di voi hanno amato questa coppia, ma per me è stata un po’ un “ni”.
Se lui è una grandissima green flag, il Golden Retriever per eccellenza, quello che vuole rendere felici gli altri… bé, lei mi è sembrata mancare di mordente.
Rimane una penna che amo e apprezzo, anche se per me, finora, questa è la storia meno soddisfacente della serie. Al contempo, ritengo che Isaiah sia uno dei migliori MMC della saga, seppur lo consideri un tantinello “sottone”.
Ma andiamo a vedere cosa ne penso un po’ più nel dettaglio.

Scopriamo la storia del passato di lei, com’è arrivata a lavorare per la squadra e che tipo è. Nel contempo, viene svelato anche cosa si nasconde dietro la maschera del perenne sorriso di lui.

Grazie a Kennedy, l’autrice tocca tasti molto particolari: la misoginia sul posto di lavoro con mobbing annesso, le molestie, le insicurezze, le aspettative dei genitori e tanto altro.
Sebbene Kennedy sembri ambiziosa, di fatto risulta molto reticente e fragile, al punto da apparirmi piatta più che sfaccettata. Il suo orgoglio mi è sembrato eccessivo: in tutti gli anni passati lì non si è davvero aperta con nessuno fino in fondo. La giustificazione c’è, e ha senso, ma avrei voluto una donna più pronta a vedere i suoi fantasmi e ad affrontarli. Gli atteggiamenti (e i pensieri) che reitera Kennedy sono quasi estenuanti.

“Non sono mai stata la gioia di qualcuno, non sono mai stata neanche la cosa migliore capitata nella vita di un’altra persona.”

Certe frasi e certi atteggiamenti vanno bene in un momento di crisi e di sfogo, ma non ho trovato coerente mantenere questo tenore per buona parte del libro in una donna tanto adulta e con un certo background culturale alle spalle. Troppo vittimismo ed egocentrismo, senza davvero vedere al di là del proprio naso gli altri e sé stessa. In più di un’occasione avrei voluto gridare: “Daiiii, sveglia!”. Finché, a un certo punto, non se ne rende conto, rendendo però troppo frettoloso il finale.
Possibile che una donna di scienza, nel mondo medico, non si sia mai rivolta a uno psicologo? Si muove tra un tentativo di razionalizzazione estrema con tanto di sottomissione e gesti totalmente impulsivi, ma non coerenti con un personaggio davvero freddo. Ecco, mi è sembrato un personaggio troppo sbilanciato.

Lui lo si ama e stop, poco da fare. Sensibile, traumatizzato, carismatico, empatico e chi più ne ha, più ne metta.

“Era come se avessi trovato il mio scopo: rendere felici le persone attorno a me.”

Con Isaiah indaghiamo ancora una volta il lutto e un ulteriore modo di reagire, nonché i possibili traumi che può portarsi dietro. Vediamo ansia e panico. Ed è apprezzabile che l’autrice ci mostri un personaggio (oltretutto uomo) tanto poliedrico e sensibile. Lui è il romanticismo in contrapposizione all’essere glaciale di lei. È il tipico personaggio delle favole, una sorta di principe azzurro.

“Io ti amo abbastanza da assicurarmi che tu lo sappia. Ti amo abbastanza da assicurarmi che tu cominci a vivere all’altezza del tuo potenziale.”

Ok, l’essere l’uomo perfetto, ma forse lo è stato un po’ troppo (questo è però un mio gusto personalissimo). Anche a lui, comunque, non torna granché la situazione di lei.

“Come si fa ad arrivare a questo punto della vita talmente a digiuno d’amore da sperare un giorno di lasciare abbastanza il segno da mancare a qualcuno?”

Ed è lui che, nell’epilogo (mini spoiler, ma concedetemelo), decide di affrontare i suoi problemi con uno specialista — ed è giustissimo e fantastico. Ma ancora una volta temo si siano sottovalutati i disagi di lei. Kennedy mi è sembrata una protagonista messa un po’ da parte. Sarà stato voluto?

La storia fra i due comunque funziona ed è molto romantica. Lei trova in lui rifugio e stimolo. Anche qui, però, avrei voluto una donna un attimo più presente a sé stessa che alla coppia in sé. Mi è mancata la crescita individuale di lei.

“Non m’interessa imparare a confortare qualcuno. Voglio solo confortare lui.”

La base della loro relazione è la comunicazione, e questo l’ho trovato perfetto e importante. Spesso le relazioni hanno problemi proprio di comunicazione, e questo crea dissapori forti; qui, invece, è ciò su cui si fonda il rapporto.

«Non so perché. Non so quand’è che le cose sono cambiate. Ma tu mi dici sempre di fare quello che mi fa stare bene, e non mi sono mai sentita meglio di quando sono con te.»

Il tutto è contornato dalla grande famiglia di amici, una rete sociale che abbiamo imparato ad amare pagina dopo pagina, volume dopo volume.

A tal proposito, ho adorato ancora di più la coppia Kai-Miller. Bellissimo, poi, il rapporto fra i due fratelli.

Molto interessante anche il nuovo personaggio che compare. Avrei sperato di vederlo nel volume successivo, ma so già che non sarà lei la protagonista. Peccato.

Sono comunque curiosa di leggere anche l’ultimo libro della serie e tutto ciò che l’autrice vorrà scrivere.

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