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Recensione — Il sortilegio del trono di quercia di K.A. Linde

Titolo: Il sortilegio del trono di quercia

Autrice: K.A. Linde

Serie/Collana: The Robin on the Oak Throne #2, non autoconclusivo

Editore: Newton Compton

Genere: Fantasy Romance, Urban Fantasy

Sottogeneri e trope: Forced proximity, Enemies to Lovers, Distopico, Age Gap

Pagine: 660 (e-book)

Prezzo: Kindle: 6,99 €, copertina rigida 12,26€

Data di uscita: 17 giugno

Link Amazonhttps://www.amazon.it/dp/B0F9QPJ65C/

Trama

Dopo quanto ha saputo, Kierse McKenna è determinata a scoprire la verità sul suo passato. Così, in cambio di alcune informazioni, accetta un lavoro all’apparenza semplice: il furto di un bracciale di fattura goblin alla Regina delle Ninfe, nel suo palazzo. Qualcosa, però, va storto e la ragazza si trova a violare il patto tra uomini e mostri. Di nuovo. In suo soccorso, arriva Graves, colui che l’ha intrappolata, tradita e abbandonata a sé stessa. È il cattivo della storia, un mostro vestito di fascino e ombre. Incarna tutto ciò che Kierse non dovrebbe desiderare, e che tuttavia brama con tutto il cuore. Graves le offre il suo aiuto, ma, come suo solito, non fa nulla senza avere un tornaconto personale. E, infatti, propone alla sua ladruncola preferita una missione letale. Se Kierse accetterà, si troverà a fronteggiare i mostri più potenti in circolazione, incluso il nemico giurato di Graves: il Re Quercia. E questo per impossessarsi di un artefatto antico, che solo unendo le forze i due potranno recuperare. Kierse si trova dunque a un bivio: fidarsi del mostro che l’ha già messa in pericolo oppure voltargli le spalle senza guardarsi indietro? Scelta ardua, quando il mostro in questione è davvero irresistibile…

Una missione letale. Arcani misteri. Desideri fatali. Incanto, amore, segreti.

La serie The Robin on the Oak Throne è composta da:

L’incanto della biblioteca d’agrifoglioglio

Il sortilegio del trono di quercia. The Robin on the Oak Throne

Recensione

Mie brioscine,
raccontarvi questo secondo libro non sarà facile.

Praticamente qualsiasi cosa è spoiler.

Parte lento, carbura come un diesel, e per capirci qualcosa ci vuole tempo.

Non è autoconclusivo. Tocca aspettare il terzo (e forse anche un quarto) volume.

Dove eravamo rimasti? Graves è il Re Agrifoglio, dio celtico dell’inverno. Kierse, il suo Scricciolo, è legata a lui da un destino che non ha scelto. Quando Lorcan, Re Quercia e capo dei druidi di Brooklyn, rapisce Gen ed Ethan per ottenere due reliquie magiche, l’equilibrio si spezza. Kierse sopravvive per miracolo, ma niente resta com’era. Ethan resta con i druidi. Kierse e Gen fuggono a Dublino, in cerca di risposte.

Ed è proprio in Europa che la ritroviamo. In cerca della verità sul suo passato, perché gli incubi non le danno tregua. Incubi con cui combatte da sempre, ma che, dopo l’ultimo solstizio, sono diventati ancora più violenti. Ed è disposta a tutto, anche a rubare un braccialetto alla regina di Versailles, pur di ottenere uno scambio al Mercato dei Goblin. Un mercato che non è solo vivo: è senziente. E sembra volerla uccidere.

Non sono dato, ma sottratto, scelta che lascia un debito contratto per amor, onore, o giusta cagione mi offro lieto, nonostante la distruzione. In giochi di strategia, sono pedina. Mossa ragionata, pezzo in rovina. Che cosa sono?

Ci sono così tanti segreti e misteri in questo volume. Primo tra tutti: Kierse è l’ultima della sua specie, anche se solo per metà. Non è solo umana. E poi c’è il tema dei legami: quelli magici non sono come quelli dell’anima. Ci sono forze antiche, ancestrali, che decidono i destini, limitano le scelte, forzano identità… tutto in nome di un presunto bene superiore.

Vorrei poter riscrivere la mia vita con te dentro.

Ma ciò che rende questo volume speciale è il rapporto tra Kierse e Graves. Un rapporto intenso, brutale, sincero. Quasi inesorabile. Lei era la sua ladra. Lui il suo mentore. Ora sono molto più di così.

C’è una ragione per cui non mi fido a farti entrare nella mia mente. Sei stato tu a nascondere la mia identità. Sei stato tu a bruciare questo legame. Non puoi scegliere come e quando ripararlo.

La caccia ai manufatti magici li porterà a stringere alleanze inaspettate. E anche ad affrontare scontri interni. Graves ha il sapere, ma è Kierse il suo biglietto da visita. È lei a creare legami emotivi, debiti di scelta, accordi che superano le logiche delle fazioni. Perché se da un lato c’è la negromanzia, dall’altro la chiave druidica… allora è chiaro che il confine tra bene e male è molto più sfumato di quanto sembri.

La nostra Kierse è indomita, coraggiosa, una vera sopravvissuta. Man mano che leggiamo, scopriamo che dietro i suoi incubi si nasconde molto di più di quanto sembri. Il mistero si infittisce, e il suo passato – così come quello degli altri personaggi – si intreccia con eventi antichi, cicli magici e verità scomode.

Be’, se avessi saputo che, per farti restare, tutto quello che dovevo fare era offrirti il mondo intero, forse l’avrei fatto prima.

Una delle cose che continuo ad apprezzare tantissimo è l’uso dell’interludio: un intero capitolo con POV diversi che, come tessere di un puzzle, aggiungono risposte… ma anche nuove domande. E non parliamo di comparse: i personaggi secondari sono fondamentali, veri custodi di memorie e poteri dimenticati, tasselli di un disegno più grande.

Ti ho quasi persa stasera, Scricciolo. Non riesco a pensare di farti dormire da nessun’altra parte.

Il libro mi è piaciuto molto. Sì, parte con calma. Sì, richiede attenzione. Ma io l’avevo intuito già dal primo volume: questo secondo avrebbe aperto scenari nuovi, più vasti, più profondi.

E ora non resta che aspettare il seguito, con il cuore in tumulto e mille teorie in testa.

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