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Recensione — Coda di Jennifer Hartmann

Titolo: Coda

Autrice: Jennifer Hartmann

Serie/Collana: #2 Duet series

Editore: Royalbooks edizioni

Genere: contemporary romance

Sottogeneri e trope: second chance, Found Family, Trauma, angst

Pagine: e-book 317pp

Prezzo: 15,68 € flessibile

Data di uscita: 24/11/2025

Link Amazon: https://www.amazon.it/Coda-Hartmann-Jennifer/dp/B0G1764XTS/

Trama

Sei anni fa ho toccato il fondo. Nel tentativo disperato di tirarmi fuori dalle ceneri, ho finito per bruciare le persone che amavo di più. Ora, quelle stesse persone annegano nell’oscurità dopo che il loro mondo è stato scosso dalla tragedia. Aiutare gli altri è diventata la mia vocazione: ho incanalato il mio trauma in una buona causa. Ma quando la persona che più di tutte ha bisogno del mio aiuto mi allontana, devo fare un’altra scelta. Sono più forte ora. Ho passato anni a ricucire vecchie ferite. Ma quella della mia storia d’amore spezzata non è mai guarita del tutto. Sei anni fa ho perso me stessa. E ho perso lui. Non commetterò lo stesso errore due volte.

Recensione

Mie care brioscine, oggi vi porto nel cuore di Coda, il secondo e conclusivo capitolo del duetto di Jennifer Hartmann.

Un romanzo che parte subito in quarta — forse persino troppo intenso — e ci trascina di nuovo nelle vite spezzate, incasinate e incredibilmente vere di Chelsie e Noah.

“L’amore è amore. Sarà sempre lì ad aspettare.”

Sono passati sei anni da quando Chelsie ha lasciato New York, abbandonando più ombre che luci. Ora è una donna diversa: ha trasformato il dolore in forza e aiuta altre donne a liberarsi da compagni che le hanno logorate, svalutate, spezzate.

Noah, intanto, vive dentro quella che sembra una fotografia perfetta: cantante solista dal discreto successo, una moglie — Beth — e tre figli, Sam, Caden e il piccolo Jeremiah.

Le loro vite scorrono su binari paralleli, destinate a non incrociarsi più… se non fosse per quello sliding door fatto di sogni condivisi a chilometri di distanza.

E per l’evento traumatico che manda in pezzi l’intero mondo di Noah.

Quando tutto crolla, Combs non esita: lascia la Florida e corre da lui. Però, proprio come nella musica, i loro accordi non entrano mai davvero in sincrono. Dopo una fugace apparizione, dovrà passare un anno intero prima che queste due anime ferite tornino davvero a incrociarsi.

Perché l’epilogo di Aria non era affatto la coda della loro canzone.

Chelsie sceglie finalmente di dare quell’aiuto che Noah aveva rifiutato un anno prima. Entra nella sua casa, nella sua famiglia, nei suoi ragazzi… e il déjà vu è inevitabile. Dovrebbe essere solo per qualche mese.

E invece diventa un lento, complicato, dolcissimo rifiorire collettivo.

«Non ti ho mai odiata. Ho odiato il fatto che te ne sia andata. Ho odiato il fatto che non ci hai dato una possibilità. Ma poi ho trovato di nuovo l’amore, quindi ho sotterrato tutto. Ti ho seppellita.»

Noah è intrappolato nell’ossessione di ciò che è accaduto, incapace di distaccarsene. Sam, il vero motore emotivo della storia, affonda insieme a suo padre. Tutti — ma proprio tutti — hanno bisogno di sicurezza emotiva, di qualcuno che li regga mentre la tempesta continua a infuriare.

Perché non esiste ancora un colpevole certo, solo pressioni mediatiche e congetture giornalistiche di dubbio gusto che alimentano sospetti e paure.

E Noah, chiuso nel suo bozzolo di impotenza, paura e colpa, non riesce a respirare.

Lo stesso senso di colpa che pesa sulle spalle di Chelsie, che ancora una volta mette da parte se stessa per non ferire, per non sbagliare, per non ripetere il passato.

«Cazzo, Combs… qualsiasi cosa ci sia stata fra noi due, qualsiasi cosa abbiamo creato, è ancora lì.»

E poi: dovete leggerli uno di seguito all’altro. Plauso alla CE per averli pubblicati a così poca distanza l’uno dall’altro.

Sarò onesta: mi è piaciuto. Tolta la fan sfegatata che è in me per la penna dell’autrice, si vede chiaramente — nonostante sia uno dei suoi primi lavori — di cosa sia capace.

Forse sarebbe stato meglio un unico romanzo? Non lo so. Ci sono elementi che avrei dosato in modo diverso, ma che, se fossero mancati, avrei sentito la mancanza. La componente emotiva c’è tutta, lo spicy non è buttato a caso, non è stonato come spesso accade nei romance, ma è dolce e intenso proprio come i protagonisti che impari ad amare.

E sì, c’è tanto angst, che è marchio di fabbrica di Jennifer.

Noah è una roccia incrinata, ma mai del tutto rotta. Chelsie un fiore selvatico che è resistito nonostante tutto.

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